Roberto Pagnani
"UN UNIVERSO INFINITO DI DATI"
La mostra che Bruno de Angelis presenta alla Pallavicini 22 consiste in una serie di sculture, sia da parete che da piedistallo, costituite da materiali diversi, come ad esempio metallo e cartone, che rendono estremamente interessante il significato di queste opere.
Intimamente l’artista racconta il rapporto delle coppie in tutta la complessità della relazione (riferimento all’opera “Io e lei”). Lo si vede proprio dai materiali eterogenei e dalla capacità di mettere in relazione metalli con la carta, come si trattasse di una metafora della diversità naturale fra maschile e femminile.
L’artista è riuscito a rievocare il Sarcofago degli Sposi rivisto in chiave contemporanea. Il “Ritratto di coniugi con maschera” crea un ponte con l’arte etrusca a manifestare che i rapporti tra uomo e donna sono eterni, aldilà del tempo in cui sono vissuti, aldilà del bene e del male.
Importante nei suoi lavori è ancora l’uso di materiali freddi abbinati a materiali caldi al tatto, tali da imprimere calore o freddezza al significato dell’opera.
De Angelis lavora sulle relazioni anche nel momento di incomunicabilità all’interno della coppia. La solitudine degli amanti si evince dai materiali diversi che sceglie di utilizzare. Metallo e cartone, apparentemente inconciliabili nella scultura, amplificano questa dualità.
La forte valenza simbolica delle sue opere è legata al “non colore”, ai colori della penombra.
E’ difficile parlare della solitudine, quasi faticoso: il discorso di De Angelis rimane volutamente interrotto, resta qualcosa di sospeso, quasi metafisico.
Il suo grande talento è quello di vivere con estrema precisione il suo lato creativo. Le sue opere provengono da uno studio complesso progettuale ancora prima della realizzazione.
Non un pathos emotivo ma un approccio scientifico identifica i suoi lavori. Egli opera come un Architetto dell’arte progettando nei minimi dettagli ciò che vuole rappresentare, partendo da tante idee poi limando, togliendo e perfezionando fino ad arrivare all’essenziale della propria opera.
Intimamente l’artista racconta il rapporto delle coppie in tutta la complessità della relazione (riferimento all’opera “Io e lei”). Lo si vede proprio dai materiali eterogenei e dalla capacità di mettere in relazione metalli con la carta, come si trattasse di una metafora della diversità naturale fra maschile e femminile.
L’artista è riuscito a rievocare il Sarcofago degli Sposi rivisto in chiave contemporanea. Il “Ritratto di coniugi con maschera” crea un ponte con l’arte etrusca a manifestare che i rapporti tra uomo e donna sono eterni, aldilà del tempo in cui sono vissuti, aldilà del bene e del male.
Importante nei suoi lavori è ancora l’uso di materiali freddi abbinati a materiali caldi al tatto, tali da imprimere calore o freddezza al significato dell’opera.
De Angelis lavora sulle relazioni anche nel momento di incomunicabilità all’interno della coppia. La solitudine degli amanti si evince dai materiali diversi che sceglie di utilizzare. Metallo e cartone, apparentemente inconciliabili nella scultura, amplificano questa dualità.
La forte valenza simbolica delle sue opere è legata al “non colore”, ai colori della penombra.
E’ difficile parlare della solitudine, quasi faticoso: il discorso di De Angelis rimane volutamente interrotto, resta qualcosa di sospeso, quasi metafisico.
Il suo grande talento è quello di vivere con estrema precisione il suo lato creativo. Le sue opere provengono da uno studio complesso progettuale ancora prima della realizzazione.
Non un pathos emotivo ma un approccio scientifico identifica i suoi lavori. Egli opera come un Architetto dell’arte progettando nei minimi dettagli ciò che vuole rappresentare, partendo da tante idee poi limando, togliendo e perfezionando fino ad arrivare all’essenziale della propria opera.
Roberto Pagnani
(Dal catalogo della mostra personale di Bruno De Angelis:
"L'INVERNO DEL NOSTRO SCONTENTO - LAMIERE, ANGOLI, OMBRE"
Pallavicini 22 Art Gallery - febbraio 2023)